Cronaca
Sangue nel 2025: Francesco Ciccarelli morto al Cto

Nell’arco di poche ore, la città di Napoli è stata nuovamente teatro di una tragedia stradale che ha ulteriormente incrementato il già pesante bilancio di vittime nel 2025. L’incidente, avvenuto nella tarda mattinata del 29 settembre, ha provocato la perdita della vita di un uomo di 61 anni, identificato come Francesco Ciccarelli. Questo evento luttuoso si è verificato nell’area di Capodimonte, un’area già segnata da episodi di violenza e incidenti stradali.
La dinamica dell’incidente
L’incidente stradale che ha coinvolto almeno tre veicoli, tra cui due automobili e uno scooter, ha visto la morte di Ciccarelli a causa di un grave trauma cranico. I dettagli dell’incidente sono ancora oggetto di indagine da parte delle autorità competenti, che stanno lavorando per ricostruire la sequenza degli eventi.
Risposta dei servizi di emergenza
Sul luogo dell’incidente sono immediatamente intervenuti i mezzi della Polizia Municipale, insieme alle ambulanze del 118, per prestare i primi soccorsi e raccogliere le informazioni necessarie per le indagini. Nonostante gli sforzi dei medici del pronto soccorso dell’ospedale CTO, dove Ciccarelli era stato trasportato in condizioni disperate, non è stato possibile salvargli la vita.
La preoccupazione per la sicurezza stradale
Quest’ultimo decesso rinnova l’allarme sulla sicurezza stradale a Napoli, che sta vivendo un anno particolarmente difficile in termini di incidenti mortali. La frequenza di tali eventi tragici solleva una serie di questioni relative alla necessità di implementare misure più efficaci per prevenire ulteriori perdite di vite umane. La comunità locale e le autorità sono chiamate a riflettere sulle azioni necessarie per migliorare la sicurezza sulle strade del capoluogo campano.
Un appello per la vigilanza e la prevenzione
In un anno che si sta rivelando particolarmente critico per la sicurezza stradale, diventa fondamentale sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prudenza e del rispetto delle norme di circolazione. Gli incidenti stradali possono avere conseguenze devastanti, e solo attraverso un impegno collettivo verso una maggiore consapevolezza e una cultura della sicurezza sarà possibile ridurre il numero di vittime sulle strade di Napoli e di tutto il Paese.Fonte
Cronaca
Benevento: 16enne accoltellato, 2 giovani arrestati

Un tragico evento ha scosso la città di Benevento, in Campania, dove un ragazzo di 16 anni di origine egiziana è stato vittima di un’aggressione violenta da parte di due giovani. L’evento è avvenuto nel cuore della città, nel megaparcheggio locale, e ha lasciato la comunità in stato di shock.
Aggressione e ferimento
L’aggressione è avvenuta durante la notte, quando il ragazzo è stato inizialmente insultato verbalmente e poi attaccato con una bottiglia e un coltello. La vittima ha riportato gravi ferite, tra cui una profonda lacerazione al braccio sinistro e traumi alla testa, e è stata immediatamente trasportata al pronto soccorso dell’ospedale “Fatebenefratelli”.
Indagini e arresti
Le indagini condotte dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Benevento e dalla Sezione Volanti della Questura hanno portato all’identificazione e all’arresto dei due sospettati, un 18enne di origine marocchina e un 19enne tunisina. I due giovani sono stati rintracciati nelle vicinanze del luogo dell’aggressione e, su disposizione della Procura della Repubblica di Benevento, tradotti presso la Casa Circondariale locale con l’accusa di lesioni personali aggravate.
La risposta delle autorità
L’evento ha scosso la comunità di Benevento e ha sollevato interrogativi sulla sicurezza e sulla tolleranza nella città. Le autorità hanno assicurato che sono stati messi in atto tutti i necessari accertamenti e indagini per chiarire i fatti e assicurare che la giustizia sia fatta. Il caso è ancora oggetto di indagine e si attendono ulteriori sviluppi.Fonte
Cronaca
Don Palmese vicino a don Patriciello dopo aggressione

Il sostegno alla comunità di Caivano è fondamentale in questo momento difficile. Don Maurizio Patriciello, vittima di un gesto violento durante una celebrazione liturgica, ha ricevuto il sostegno di don Tonino Palmese, presidente di Pol.i.s. e sacerdote. La vicinanza espresso da don Palmese è un segno di solidarietà e impegno contro la violenza e la criminalità organizzata.
Sostegno a Don Patriciello
Il gesto violento subito da don Patriciello durante la celebrazione liturgica a Caivano ha suscitato grande preoccupazione e condanna. Don Palmese ha espresso la sua vicinanza a don Patriciello e alla sua comunità, sottolineando l’importanza di continuare a percorrere strade di vita e di spargere il profumo del bene nella loro terra.
La denuncia della criminalità organizzata
Don Palmese ha anche sottolineato l’impegno costante di don Patriciello nella tutela del suo territorio e nella denuncia dei soprusi che affliggono il Parco Verde. La lotta contro la criminalità organizzata è un impegno fondamentale per la comunità di Caivano e don Patriciello è stato un punto di riferimento importante in questa lotta.
Il messaggio di don Palmese
Il messaggio di don Palmese è chiaro: è necessario continuare a percorrere strade di vita e di spargere il profumo del bene nella loro terra. La comunità di Caivano non può arrendersi di fronte alla violenza e alla criminalità organizzata. È necessario un impegno costante e coraggioso per costruire un futuro migliore per tutti.
L’articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2025 e rappresenta un’#importante presa di posizione contro la violenza e la criminalità organizzata. È fondamentale che la comunità di Caivano si unisca per sostenere don Patriciello e per costruire un futuro migliore per tutti.
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Cronaca
Camorra: clan Cifariello-Cancello controllava case popolari di Scampia, 7 arresti

La Camorra a Napoli: Un Sistema di Dominio e Violenza
La camorra continua a esercitare il suo potere sui quartieri di Napoli, trasformando le case popolari in zone di controllo e conquista. Recentemente, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di sette persone, accusate di vari reati, tra cui sequestro di persona a scopo di estorsione, occupazione abusiva di immobili, estorsione, riciclaggio, rapina e lesioni personali, tutti aggravati dal metodo mafioso.
L’Indagine e il Clan Cifariello-Cancello
L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, ha smascherato un sistema di violenza e soprusi messo in atto dal gruppo criminale egemone a Scampia, riconducibile alle famiglie Cifariello e Cancello. Gli indagati non si sono limitati a intimidire le vittime, ma le hanno aggredite, sequestrate e costrette a lasciare la propria abitazione.
La Spirale di Violenza
La spirale di violenza non si è fermata lì: quando la moglie e la figlia della vittima hanno provato a rientrare nell’abitazione per chiedere spiegazioni, sarebbero state aggredite con pugni e minacce e costrette a cedere anche la loro auto. Le perquisizioni hanno portato al sequestro di ingenti somme di denaro contante, telefoni cellulari e un orologio di valore, ulteriore prova del controllo economico e militare del clan sul quartiere.
Un Fenomeno Non Isolato
Quello di Scampia non è un caso isolato. Le mani della camorra sugli alloggi popolari sono una costante che attraversa Napoli da decenni. A Ponticelli e San Giovanni a Teduccio, negli anni scorsi, le indagini hanno documentato lo stesso copione: famiglie costrette a lasciare le proprie case sotto la minaccia delle pistole e appartamenti assegnati agli affiliati dei clan.
Il Potere della Camorra a Napoli
Lo stesso fenomeno si è registrato nel rione Traiano, a Caivano e ad Afragola, dove la spartizione delle case popolari – spesso sottratte con la forza ai legittimi assegnatari – ha alimentato le casse e il consenso delle organizzazioni camorristiche. Un meccanismo di dominio che trasforma il diritto alla casa in privilegio concesso dai clan, consolidando così il loro potere sociale oltre che criminale. L’inchiesta odierna non solo fotografa la brutalità del clan Cifariello-Cancello a Scampia, ma conferma come la gestione violenta del patrimonio abitativo popolare resti una delle frontiere più radicate del potere mafioso a Napoli e in tutta la sua provincia.