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Cronaca

Giornalista Pino Grazioli assolto per diffamazione a Napoli

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Giornalista Pino Grazioli assolto per diffamazione a Napoli

La Giustizia Trionfa: Pino Grazioli Assolto dall’Accusa di Diffamazione

La città di Napoli è stata teatro di una vicenda giudiziaria che ha visto il giornalista Pino Grazioli assolto dall’accusa di diffamazione aggravata. La pronuncia del Giudice Monocratico della 4ª Sezione Penale del Tribunale di Napoli, Dott. Putativo, ha archiviato le accuse contro Grazioli, dichiarandolo “assolto perché il fatto non costituisce reato”. Questa sentenza rappresenta una vittoria importante per la libertà di stampa e il diritto di cronaca.

Le Origini della Controversia

La storia inizia con una denuncia social di Augusto Baroni, che affermava di essere stato vittima di un sopruso da parte degli agenti della Polizia Locale di Napoli. Baroni registrò un video in cui esponeva la sua versione dei fatti e lo affidò al giornalista Pino Grazioli, che lo pubblicò sui propri canali social.

Da Denunciante a Denunciato

La pubblicazione del video innescò una reazione a catena. Gli agenti coinvolti si sentirono diffamati e presentarono querela contro Grazioli, accusandolo di diffamazione aggravata. La posizione di Grazioli divenne ancor più delicata con il decesso di Augusto Baroni, che privò il processo di un testimone chiave.

La Difesa di Grazioli

L’avvocato Massimo Viscusi, difensore di Grazioli, sostenne che il giornalista aveva agito come un mero megafono di una denuncia già formulata, senza aggiungere commenti lesivi o con l’intento specifico di offendere gli agenti. La tesi centrale era che Grazioli aveva dato spazio a una notizia di pubblico interesse, senza oltrepassare il confine della liceità.

La Sentenza

Il giudice ha accolto per intero le tesi della difesa, dichiarando Grazioli assolto in base all’articolo 530, comma 2, del Codice di Procedura Penale. La sentenza stabilisce un principio più profondo: la condotta del giornalista non ha oltrepassato il confine della liceità, e la pubblicazione della testimonianza di Baroni non integrava gli estremi del delitto di diffamazione. Questa vittoria giudiziaria rappresenta una conferma del ruolo di Pino Grazioli come giornalista e difensore della libertà di stampa.

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Cronaca

Minacce a Don Patriciello, blindata Chiesa di Caivano

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Minacce a Don Patriciello, blindata Chiesa di Caivano

Lo Stato Risponde con Fermezza all’Intimidazione di Don Maurizio Patriciello a Caivano

Il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica di Napoli ha stabilito l’immediato rafforzamento delle misure di tutela per il parroco Don Maurizio Patriciello, dopo la consegna di un proiettile al sacerdote durante la messa nel fine settimana. Le nuove disposizioni non riguarderanno solo la persona di Don Patriciello, ma saranno estese anche alla sua chiesa di San Paolo Apostolo e ad altri “luoghi simbolo” del territorio.

La Risposta dello Stato

Il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha definito l’episodio “gravissimo” e ha sottolineato la necessità di una risposta immediata. “L’episodio accaduto nella chiesa è gravissimo, ognuno di noi si deve sentire responsabilmente unito a Don Maurizio Patriciello, perché qui si deve andare oltre la solidarietà”, ha dichiarato il Prefetto.

La Tutela di Don Patriciello

La tutela di Don Patriciello è considerata un requisito imprescindibile per andare avanti nella lotta alla criminalità in quel territorio. Il Prefetto ha assicurato che le misure saranno attivate tenendo in equilibrio due principi fondamentali: “La libertà di culto da una parte e la tutela della persona di Don Maurizio Patriciello dall’altra”.

Don Patriciello: un Testimone nel Mirino

L’intimidazione è considerata la diretta conseguenza dell’incessante impegno di Don Patriciello nel denunciare le diffuse illegalità di quella parte del territorio. Il Prefetto di Bari ha sottolineato come il sacerdote sia un “testimone del nostro tempo in un luogo particolare” che è riuscito a discernere le persone disoneste da quelle oneste, ed è quindi entrato nel mirino della criminalità organizzata.

Le Decisioni del Comitato Provinciale

Le decisioni prese in Prefettura sono arrivate dopo una riunione tecnica di coordinamento dei vertici provinciali delle forze di polizia. Alcune attività di potenziamento, ha precisato il Prefetto, sono iniziate “già un minuto dopo questo fatto increscioso, gravissimo, deprecabile”. Il modello Caivano, creato da Don Patriciello, è considerato un modello da esportare anche in altre parti d’Italia. L’appello finale delle istituzioni è rivolto alla piena solidarietà e coesione.

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Cronaca

Figlio arrestato per violenza su anziana madre a Napoli

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Figlio arrestato per violenza su anziana madre a Napoli

Un Agguato Domestico a Napoli: una Madre Aggredita dal Figlio

Un violento agguato domestico si è verificato a Napoli, nel quartiere Arenella, dove un uomo di 40 anni ha aggredito sua madre, una donna anziana, con tale violenza da sfiorare la tragedia. L’uomo è stato arrestato dalla Polizia di Stato con l’accusa di tentato omicidio.

La Scena del Crimine

La drammatica scena si è consumata in un appartamento di via Confalone, dove la vittima è stata trovata riversa a terra nella camera da letto, accudita dalla sua badante. La badante ha lanciato l’allarme, chiedendo aiuto, e gli agenti della Polizia di Stato sono intervenuti prontamente.

L’Arresto dell’Aggressore

L’uomo di 40 anni, che si trovava in uno stato di forte agitazione, è stato arrestato e condotto in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. La vittima, nonostante le ferite e i traumi riportati, ha trovato la forza di raccontare agli agenti la verità, dichiarando di essere stata picchiata e ridotta in quello stato dal figlio a seguito di una lite divampata tra le mura domestiche.

Le Condizioni della Vittima

Le condizioni della vittima sono serie, ma non sono attualmente ritenute più a rischio di vita. La donna è stata trasportata in codice rosso all’ospedale Cardarelli, dove è stata sottoposta a cure urgenti.

Il Fenomeno della Violenza Intra-Familiare

Questo episodio aggiunge un altro triste tassello al preoccupante fenomeno della violenza intra-familiare, dove spesso l’affetto viene oscurato dalla furia. La Polizia di Stato e le autorità giudiziarie sono impegnate a contrastare questo fenomeno, che ogni anno provoca numerose vittime innocenti. È fondamentale che la società civile e le istituzioni lavorino insieme per prevenire e combattere la violenza domestica, proteggendo le vittime e garantendo giustizia ai colpevoli.

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Cronaca

Sequestrato capannone abusivo a Villa Literno

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Sequestrato capannone abusivo a Villa Literno

I carabinieri forestali di Castel Volturno hanno scoperto un vasto cantiere irregolare a Villa Literno, dove era in corso la costruzione di un enorme capannone industriale. Le indagini hanno portato alla luce una serie di gravi violazioni urbanistiche e ambientali, che hanno comportato il sequestro dell’intera area e la denuncia di tre persone. Il cantiere, ubicato in via delle Dune, presentava opere di fondazione in cemento armato realizzate all’interno di un canale di bonifica, alterando il naturale regime delle acque.

Il cantiere irregolare

Il progetto prevedeva la costruzione di un capannone industriale dalle dimensioni colossali: 400 metri di fronte principale e circa 10mila metri quadrati di superficie coperta. L’area era stata rialzata di circa 50 centimetri rispetto al piano originario, utilizzando circa 20mila metri cubi di rifiuti provenienti da demolizioni edilizie, non adeguatamente trattati né bonificati.

Le violazioni urbanistiche e ambientali

Le opere, ancora in fase iniziale, si limitavano a pali e travi rovesce di fondazione, ma sono risultate totalmente difformi rispetto al titolo edilizio rilasciato dal Comune. A ciò si aggiunge la violazione del vincolo idraulico, con l’invasione parziale del canale di bonifica. I carabinieri forestali hanno disposto il sequestro preventivo dell’intero cantiere e deferito alla Procura della Repubblica di Napoli Nord tre figure chiave: il committente dei lavori, il legale rappresentante della ditta esecutrice e il direttore dei lavori.

Le accuse e le conseguenze

Le accuse riguardano reati in materia urbanistico-edilizia, violazioni al vincolo idraulico e gestione illecita di rifiuti speciali non pericolosi. Il caso riporta l’attenzione sul tema delle grandi speculazioni edilizie nel territorio casertano, dove abusivismo e gestione illegale dei materiali da costruzione restano piaghe diffuse, con pesanti ripercussioni ambientali e rischi concreti per la sicurezza idraulica del territorio. Il sequestro del cantiere e la denuncia delle persone coinvolte rappresentano un passo importante nella lotta contro l’abusivismo edilizio e la tutela dell’ambiente.

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