Cronaca
Camorra: clan Fezza De Vivo, 93 indagati

Il clan camorristico Fezza-De Vivo rappresenta un esempio paradigmatico di come le organizzazioni criminali possano essere strutturate in modo simile a vere e proprie imprese familiari. Questa peculiarità è resa ancora più evidente dal fatto che il clan passa di generazione in generazione, dal padre ai figli e poi ai nipoti, mantenendo una struttura familiare ben definita. Una caratteristica ancora più interessante è la presenza di una “Lady” per ogni boss, che si occupa di gestire gli affari durante i periodi di detenzione del capofamiglia.
La Struttura Familiare del Clan
La struttura del clan Fezza-De Vivo si basa su una gerarchia familiare molto precisa, con un capofamiglia che detiene il potere decisionale finale. Questo modello di organizzazione criminale consente al clan di mantenere una coesione interna e di operare in modo più efficace, grazie alla lealtà e alla fiducia che si sviluppano all’interno della famiglia.
Il Ruolo delle “Lady” nel Clan
Le “Lady” del clan Fezza-De Vivo svolgono un ruolo cruciale nella gestione degli affari criminali durante l’assenza del capofamiglia. Queste figure femminili dimostrano una capacità di gestione e di leadership che consente al clan di mantenere la sua influenza e il suo potere anche in momenti di difficoltà. La presenza di queste donne forti all’interno del clan rivela una dimensione più complessa dell’organizzazione criminale, in cui la famiglia e le relazioni personali giocano un ruolo fondamentale.
La storia del clan Fezza-De Vivo non è più quella degli anni ’90-2000, ma si è evoluta nel tempo, adattandosi alle nuove realtà e alle sfide poste dalla lotta alla criminalità organizzata. Nonostante le operazioni di polizia e gli sforzi delle autorità per contrastare le attività del clan, il Fezza-De Vivo continua a essere una realtà criminale presente e operativa. La sua capacità di sopravvivere e di adattarsi alle nuove condizioni è un chiaro indizio della sua struttura solida e della lealtà dei suoi membri.
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Materdei, sequestrati stupefacenti: arrestato giovane di 27 anni

La lotta contro la diffusione di armi e sostanze stupefacenti nei quartieri di Napoli prosegue senza sosta. La Questura di Napoli ha disposto una serie di controlli straordinari per contrastare questo fenomeno, e l’ultima operazione ha avuto luogo ieri pomeriggio a Materdei. Gli agenti del Commissariato Dante sono stati coinvolti nell’operazione, che ha portato all’arresto di un 27enne napoletano con precedenti penali.
L’arresto del 27enne
L’arresto è avvenuto a seguito della scoperta di sostanze stupefacenti nascoste in casa del giovane. La polizia ha condotto una perquisizione domiciliare e ha trovato una quantità significativa di sostanze stupefacenti, che sono state sequestrate. Il 27enne è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio, e attualmente si trova in carcere in attesa di essere processato.
La lotta contro la droga a Napoli
La lotta contro la diffusione di sostanze stupefacenti a Napoli è una priorità per le forze dell’ordine. La città è stata colpita da una ondata di violenza legata alla droga, e la polizia sta lavorando duramente per contrastare questo fenomeno. I controlli straordinari disposti dalla Questura di Napoli sono solo l’inizio di una lunga campagna per ripulire i quartieri cittadini dalla droga e dalla violenza.
L’importanza della colaborazione
La collaborazione tra la polizia e la comunità è fondamentale per contrastare la diffusione di sostanze stupefacenti a Napoli. La polizia ha bisogno dell’aiuto dei cittadini per identificare e arrestare i responsabili di questo fenomeno. La comunità può aiutare segnalando eventuali sospetti di attività illegale e collaborando con la polizia per creare un ambiente più sicuro per tutti. Solo attraverso la collaborazione e la determinazione possiamo sperare di sconfiggere la droga e la violenza a Napoli.Fonte
Cronaca
Movida a Napoli: residenti contro locali

La città di Napoli è teatro di una guerra senza fine, una battaglia che non oppone solo i diritti dei residenti a quelli dei frequentatori dei locali notturni, ma anche due visioni diverse della città e del suo futuro. I vicoli del centro storico, un tempo cuore pulsante della vita notturna napoletana, sono ora il palcoscenico di una lotta senza quartiere tra chi vuole godere del diritto al divertimento e chi reclama il diritto al riposo.
La guerra dei residenti
I residenti di via Cisterna dell’Olio, una delle zone più trendy della città, sono in prima linea in questa guerra di narrazione. Le loro finestre chiuse, i palazzi silenziosi, sono il simbolo di una resistenza contro l’invasione dei locali notturni che, secondo loro, disturbano la pace e la quiete della zona. I residenti sostengono che il Comune debba prendere una posizione chiara e netta per tutelare i loro diritti e garantire loro un riposo notturno dignitoso.
Il punto di vista dei locali
Dall’altra parte, i gestori dei locali notturni sostengono che la loro attività è legittima e che contribuisce alla vita economica e sociale della città. Sostengono che i residenti sono troppo esigenti e che la musica e il rumore sono parte integrante della vita notturna. I locali affermano che il Comune dovrebbe trovare un equilibrio tra i diritti dei residenti e quelli dei frequentatori dei locali, senza penalizzare le attività economiche che sono il motore della città.
Il ruolo del Comune
Il Comune di Napoli è quindi chiamato a fare una scelta difficile. Deve decidere da che parte stare, se con i residenti che reclamano il diritto al riposo o con i gestori dei locali che sostengono la loro attività legittima. La scelta non sarà facile, perché entrambe le parti hanno ragioni valide. Il Comune dovrà trovare un equilibrio tra i diritti dei residenti e quelli dei frequentatori dei locali, senza dimenticare che la vita notturna è parte integrante della identità della città. La guerra di narrazione nei vicoli del centro storico di Napoli è un riflesso di una più ampia lotta per il futuro della città e del suo modello di sviluppo.
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Cronaca
Benevento, assolto uomo minaccioso: “O la finisci, o ti ammazzo”

Il Tribunale di Napoli ha emesso una sentenza di assoluzione piena e clamorosa nei confronti di M. R., un uomo di 48 anni originario di Benevento. L’accusa Era stata mossa per minaccia aggravata e violazione degli obblighi di assistenza familiare, ma il tribunale ha stabilito che “il fatto non sussiste”. Questa decisione è stata presa dopo un’attenta valutazione delle prove e delle testimonianze presentate nel corso del processo.
Dettagli della sentenza
La sentenza è stata emessa dalla IX sezione del Tribunale di Napoli e rappresenta un risultato significativo per la difesa, guidata dall’avvocato Massimo Viscusi. L’assoluzione piena e clamorosa emessa dal tribunale sottolinea l’importanza di una difesa attenta e della valutazione accurata delle prove presentate.
L’accusa e il processo
M. R. era stato accusato di minaccia aggravata e violazione degli obblighi di assistenza familiare, accuse che possono avere conseguenze gravi sulla vita personale e professionale di un individuo. Tuttavia, grazie alla difesa efficace e alla presentazione di prove adeguate, il tribunale ha stabilito che le accuse non erano fondate.
Implicazioni della sentenza
La sentenza di assoluzione piena e clamorosa ha importanti implicazioni per il sistema giudiziario e per la tutela dei diritti degli individui. Sottolinea l’importanza di un processo equo e della necessità di valutare attentamente le prove prima di emettere una sentenza. Inoltre, rappresenta un risultato positivo per la difesa e per l’imputato, che può finalmente vedere riconosciuta la sua innocenza.Fonte