Cronaca
Ragazzo ucciso a Napoli, Fratelli d’Italia se la prende con Saviano e Gomorra
aggiornamento
9 Novembre 2024
21:03
La morte del diciottenne Arcangelo Correra a Napoli diventa terreno di scontro politico. Fdi attacca lo scrittore Saviano.
Uno dei protagonisti della serie tv Gomorra, sul set
Fratelli d’Italia in Campania commenta la vicenda dell’ennesimo ragazzo ucciso a colpi di pistola a Napoli, Arcangelo Correra, 18 anni, puntando l’indice accusatorio sulla serie tv “Gomorra”, 5 stagioni andate in onda dal 2014 al 2021 e con l’ispiratore della saga, lo scrittore Roberto Saviano, autore dell’omonimo romanzo-besteller e co-sceneggiatore sia del film di Matteo Garrone che del prodotto televisivo.
A parlare è Antonio Iannone, commissario di Fratelli d’Italia in Campania: «Dobbiamo inevitabilmente constatare che la ‘Gomorra’ di Saviano ha favorito i fenomeni di emulazione criminale rendendo i suoi personaggi eroi o miti tra i più giovani, specie tra quelli delle famiglie più disagiate» accusa.
Saviano aveva accusato il centrodestra e il decreto Caivano sulla devianza giovanile. Iannone replica: «Anche oggi Saviano non ha perso l’occasione per mettersi in mostra di fronte a tragedie giovanili che proprio la sua ‘cultura’ ha contribuito a creare. Di fronte a questi drammatici episodi confermiamo il nostro impegno che si e’ tramutato in provvedimenti come quello su Caivano che, al contrario delle parole pericolose di Saviano, stanno ponendo le basi per…
Cronaca
Nell’ultimo album di Geolier la canzone per l’amico figlio del boss: “Crescenzo non sa…”
In “Nun sacc’ perdere”, contenuta nell’album “Dio lo sa – Atto II”, il cantante Geolier cita Crescenzo Marino, suo amico, di recente condannato a 10 anni di reclusione per camorra.
“Crescenzo ha preso 10 anni, per questo non esulto più di tanto anche se sto vincendo”. Il nome, accorciato in “Cresc”, si perde nel fiume di parole di Geolier, ma il riferimento è chiaro: si tratta di di Crescenzo Marino, figlio del boss Gennaro Marino “McKay”, che nei mesi scorsi ha incassato proprio una condanna a dieci anni di reclusione in primo grado. La strofa fa parte della canzone “Nun sacc’ perdere”, contenuta nell’ultimo album del rapper napoletano, “Dio lo sa – atto II”, uscito la settimana scorsa. Il rapper, già molto popolare a Napoli e diventato famoso a livello nazionale dopo l’ultimo Sanremo, e che si è già esibito nello stadio Maradona, non ha mai nascosto l’amicizia con il figlio del capoclan delle Case Celesti e in più occasioni ha sostenuto che fosse detenuto da innocente.
Il figlio del boss citato nella canzone di Geolier
Nel testo della canzone il riferimento è nella seconda strofa. Parlando prima di se stesso, il rapper originario del rione Gescal di Miano e cresciuto a Secondigliano afferma, in sostanza, di non riuscire ad essere del tutto contento del suo successo perché pensa alla sorte dell’amico in carcere (“Se sto ridendo, smetto sempre per un istante” e “non mi faccio le foto di gruppo insieme agli altri”.
“Sono tanti mesi che non gli scrivo”, prosegue la canzone, “dovrei dirgli più cose. Lui non sa di Sanremo, non sa del contratto”, riferendosi alla partecipazione all’ultima edizione e della popolarità…
Cronaca
Afragola, ragazzo dà fuoco all’auto della zia dell’ex, la vettura esplode sotto casa: il video
La donna era riuscita ad allontanare la nipote dai soprusi del ragazzo, che ha deciso di vendicarsi: la violenza del ragazzo è stato ripresa dalle telecamere della zona e il video pubblicato sui social.
Voleva vendicarsi di quella donna che aveva allontanato da lui la nipote, convincendola a troncare la relazione. E così un ragazzo si è presentato sotto casa della donna, la zia della sua ex fidanzata, ha cosparso la sua automobile con del liquido infiammabile e ha appiccato il fuoco; la vettura, poi, è esplosa. Accade ad Afragola, nella provincia di Napoli: l’episodio incendiario è stato filmato anche dalle telecamere di videosorveglianza poste in strada e poi pubblicato sui social anche dal deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli.
Stando a quanto ricostruito, la donna avrebbe convinto la nipote a interrompere la relazione sentimentale con il ragazzo, che la maltrattava e la opprimeva, ricevendo per questo minacce. Allora, lo scorso 26 novembre, in piena notte, il giovane si è recato sotto casa della zia della ex con una bottiglietta piena di liquido infiammabile, che ha cosparso sul cofano della vettura, dandogli fuoco; l’automobile è poi esplosa, tutto, come detto, sotto l’occhio vigile delle telecamere poste in strada, che hanno immortalato la violenza.
“È chiaro che questo criminale deve stare in carcere ma i dubbi che questo si verifichi sono tantissimi. Innanzitutto chiediamo alle forze dell’ordine di proteggere la ex fidanzata e la zia perché la famiglia del giovane delinquente potrebbe attuare ulteriori ritorsioni da quello che si vocifera ad Afragola. Il ragazzo tra l’altro risultava avere già dei…
Cronaca
Pompei, 45 chioschi di souvenir abusivi tra gli Scavi e il Santuario: stamattina smontaggio e distruzione
Sono partite questa mattina le operazioni di smontaggio e distruzione dei 45 chioschi e gazebo abusivi sequestrati sulla lunga strada tra gli Scavi e il Santuario di Pompei.
Sono partite nella mattinata odierna, giovedì 28 novembre, le operazioni di smontaggio e successiva distruzione dei 45 chioschi e gazebo sequestrati nello scorso mese di ottobre dalla Procura di Torre Annunziata tra gli Scavi e il Santuario di Pompei. I carabinieri sono sul posto e stanno assistendo alle operazioni: come detto, dopo lo smontaggio, si procederà alla distruzione dei manufatti abusivi.
Chioschi e gazebo erano diventati strutture fisse
Il sequestro è scattato, come detto, lo scorso mese di ottobre, precisamente il 7, a opera dei carabinieri di Torre Annunziata: chalet e gazebo abusivi, che sorgevano tutti nelle immediate vicinanze delle entrate del Parco Archeologico e sulla strada che conduce al Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario; il sequestro fu operato nei confronti di 63 soggetti, indiziati del reato di evasione.
Le indagini dei militari dell’Arma, coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, hanno permesso di accertare che le 45 strutture sequestrate erano diventate non amovibili, stabilmente ancorate al suolo, costituendo così una occupazione permanente, nonché abusiva, del suolo pubblico.