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Cronaca

Aggressore non identificato grazie al casco

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Aggressore non identificato grazie al casco

Il 21enne accoltellato ieri al Vomero, quartiere collinare di Napoli, è stato aggredito per screzi familiari e non per questioni di viabilità, come si era pensato in un primo momento. Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, la violenta aggressione si è verificata in via Morghen ed è stata rapidamente chiarita dai carabinieri.

Alla base dell’aggressione

L’aggressione è stata scoperta essere il risultato di una lite familiare, piuttosto che una disputa sul traffico. I carabinieri del Nucleo Operativo e della Pattuglia Mobile di Zona della compagnia Vomero hanno arrestato un uomo di 46 anni, V.R., che è legato al 21enne da vincoli di parentela non diretta. V.R. è stato arrestato con l’accusa di lesioni personali aggravate con arma bianca.

Il 46enne rintracciato tramite le telecamere

Dalle indagini emerse che l’aggressione è avvenuta a causa di tensioni familiari tra i due. Al momento dell’aggressione, l’uomo indossava un casco per non essere riconosciuto. Il 21enne ha subito 5 coltellate ed è stato trasportato in ospedale, dove le ferite sono state giudicate guaribili in 15 giorni. Il 46enne è stato identificato tramite le immagini delle telecamere di sorveglianza e rintracciato in ospedale, dove si era recato per farsi curare piccoli tagli riportati durante l’aggressione.

Il caso è stato affidato alla Procura di Napoli, che sta coordinando ulteriori indagini per chiarire ogni aspetto della vicenda e capire se ci siano altre persone coinvolte o altre dinamiche che abbiano portato alla violenza. Resta da chiarire se esistono precedenti conflitti famigliari che potrebbero aver alimentato la tensione tra i due.

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Cronaca

“Chiazza nera e fetida nel mare a San Giovanni vicino alla spiaggia balneabile” allarme dei comitati

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“Chiazza nera e fetida nel mare a San Giovanni vicino alla spiaggia balneabile” allarme dei comitati

La denuncia dei comitati di San Giovanni: “Liquami neri sversati vicino all’alveo di Volla. Si indaghi”

Una chiazza nera e fetida sversata a mare sul litorale di San Giovanni a Teduccio, a Napoli, proprio quest’estate tornato parzialmente balneabile dopo anni di divieti dovuti all’inquinamento. A denunciare il possibile sversamento di liquami sono i comitati dei cittadini che hanno notato l’acqua nera sulla costa negli scorsi giorni ed hanno ripreso il tutto con i telefonini. “L’alveo Volla – denuncia Enzo Morreale, storico attivista ed ecologista di Napoli Est – continua a sversare liquami in mare a San Giovanni a Teduccio”.

La denuncia dei comitati: “Sono liquami”

Morreale ha ripreso lo sversamento sospetto venerdì mattina in un video, poi pubblicato sui social: “Sul corso San Giovanni (poco prima di Piazza Pacichelli e in corrispondenza del punto dove l’alveo si immette in mare), si avvertiva un fetore di fogna. Approfittando della bella giornata, sono tornato sull’alveo Volla-Pollena per verificarne le condizioni. Come si può notare dal filmato, l’acqua è nera, oltre che maleodorante, e continua a fuoriuscire dall’alveo in modo abbondante”. Altri video simili sono stati pubblicati da altri cittadini nelle ultime ore.

La questione del possibile inquinamento del mare a San Giovanni è stata segnalata dai comitati all’Assessorato all’Ambiente della Regione Campania, all’Abc e all’Eic, l’Ente Idrico Campano, e sarà posta nei prossimi giorni anche al Comune di Napoli.

Il tesoro di ” ‘o Pirata”: sequestrati 6 milioni di euro a Salvatore D’Amico, ras di San Giovanni…

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Cronaca

Terrorizzati, derubati e presi in giro: “Ti abbiamo fatto la truffa!”. Così agiva la banda che depredava gli anziani

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Terrorizzati, derubati e presi in giro: “Ti abbiamo fatto la truffa!”. Così agiva la banda che depredava gli anziani

Truffe agli anziani: l’inchiesta della Procura di Napoli Nord scoperchia una organizzazione collaudata e spietata.

«Un ulteriore atto di disprezzo e dileggio» la definisce l’inchiesta della Procura di Napoli Nord. La banda che truffava gli anziani in tutta Italia, con base nell’hinterland nord di Napoli, prendeva in giro le sue vittime: dopo aver messo sotto pressione e terrorizzato la persona costretta a sborsare quattrini, a transazione avvenuta arrivava una chiamata di scherno: «Ti abbiamo fatto la truffa!» condita da infami risate.

Questa mattina la parola fine a questi criminali: i carabinieri della compagnia di Caivano hanno eseguito un’ordinanza, emessa dal gip del Tribunale di Napoli Nord su richiesta della Procura aversana, nei confronti di 15 indagati, 12 dei quali arrestati (8 in carcere e 4 ai domiciliari) e 3 destinatari dell’obbligo di dimora. Proprio durante le fasi delle indagini sono state sventate ulteriori numerose truffe, bloccando sul nascere 30 tentativi e permettendo l’arresto in flagranza di reato di diverse persone, nonché il recupero della refurtiva per un totale di circa 200mila euro tra contanti, monili in oro e preziosi.

L’organizzazione della banda delle truffe agli anziani

I componenti dell’associazione, si dividevano in “centralinisti” e “trasfertisti”, elaboravano e realizzavano truffe agli anziani, che venivano contattati telefonicamente. Ci sono due elementi fondamentali in una truffa. Il primo è la rapidità: meno tempo si offre alla vittima per pensare e meno chance ci sono che vengano dei dubbi. Il secondo elemento è la paura: una persona anziana, sola, ha sempre paura che possa accadere…

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Cocaina nascoste nelle ricariche delle sigarette elettroniche, arrestati due minorenni

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Cocaina nascoste nelle ricariche delle sigarette elettroniche, arrestati due minorenni

A Forio d’Ischia, due ragazzi sorpresi con dosi di cocaina nelle ricariche delle sigarette elettroniche: arrestati, sono ai domiciliari in attesa di giudizio.

Immagine di repertorio

Due minori sono stati arrestati a Forio d’Ischia per droga, che nascondevano all’interno delle ricariche per sigarette elettroniche. La scoperta è avvenuta da parte dei carabinieri isolani, che li hanno sorpresi attorno alle 23.15 in un parcheggio pubblico di Forio. Dopo una breve perquisizione, i militari dell’Arma hanno scoperto che i ragazzi, entrambi di 17 anni, avevano nascosto nelle ricariche per sigarette elettroniche ben dodici dosi di cocaina: da controlli più approfonditi, è emerso che nelle loro tasche avevano anche 550 euro in contanti, ritenuti essere i guadagni delle vendite.

A quel punto è scattata anche l’analisi dei cellulari dei due minori, dai quali è emerso anche un presunto terzo pusher, un 27enne di origini ucraine, con le perquisizioni che sono scattate anche nel suo appartamento, dove i carabinieri hanno trovato e sequestrato tre panetti di hashish, materiale da taglio e confezionamento. La posizione del 27enne è al vaglio dei carabinieri: per i due 17enni, invece, sono scattate le manette. Portati agli arresti domiciliari, sono entrambi ora in attesa di giudizio.

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